5Pointz. Storia di un risarcimento milionario

Articolo pubblicato su Artribune
5Pointz
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Con sentenza del 12 febbraio 2018 la Corte distrettuale di New York (giudice Frederic Block) ha condannato Gerald Wolkoff e quattro società immobiliari a risarcire la somma complessiva di 6,75 milioni di dollari per aver cancellato e distrutto 45 opere di 21 artisti realizzate a 5Pointz, senza seguire le norme e le procedure stabilite dal Visual Artists Rights Act del 1990 (Vara).

L’azione legale per il risarcimento del danno conseguente alla cancellazione e distruzione delle opere era stata intrapresa nel 2014 da 21 artisti per la tutela di 49 opere presenti sulle pareti dell’edificio 5Pointz di proprietà di Gerald Wolkoff, il quale, in vista della conversione del complesso immobiliare in appartamenti di lusso, aveva imbiancato le pareti e distrutto le opere realizzate sotto la curatela di fatto di Jonathan Cohen. La norma invocata dai 21 artisti a tutela delle loro creazioni è il diritto morale all’integrità dell’opera, riconosciuto agli autori di opere delle arti visive dal Vara, § 106A(a)(3).

Il diritto all’integrità dell’opera consiste nel diritto dell’autore di impedire qualsiasi distorsione intenzionale, mutilazione o altre modifiche dell’opera che possano pregiudicare l’onore e la reputazione dell’autore stesso, nonché nel diritto di impedire qualsiasi distruzione dell’opera “of recognized stature”. Per quanto riguarda l’accertamento del carattere di “recognized stature”, si può fare riferimento alla meritevolezza dell’opera, al riconoscimento dell’artisticità da parte degli esperti e dei membri della comunità artistica.

Un murale di Jonathan "Meres One" Cohen
Un murale di Jonathan “Meres One” Cohen

In caso di opere incorporate o che siano parte di un edificio, il Vara (§ 113(d)) distingue tra opere che, a seguito della rimozione, sono inevitabilmente distrutte (§ 113(d)(1)) ed opere che possono essere rimosse senza essere distrutte o modificate (§ 113(d)(2)). In relazione a quest’ultima categoria di opere, il Vara stabilisce che il proprietario dell’edificio, prima di procedere alla rimozione dell’opera, deve avvisare l’autore dell’intenzione di procedere in tal senso. Se all’esito di una ricerca diligente e secondo buona fede non è stato possibile rintracciare l’autore oppure se, rintracciato l’autore, egli non provvede alla rimozione dell’opera nel termine di 90 giorni dalla notifica di un avviso scritto da parte del proprietario dell’edificio, sarà possibile rimuovere l’opera senza incorrere nella violazione del diritto morale all’integrità. Di conseguenza qualora sia rispettata la predetta procedura di ricerca e di avviso, l’autore non può più opporsi alla distruzione dell’opera da parte del proprietario dei muri.

Tale meccanismo di ricerca diligente e di preventivo avviso è volto a risolvere il potenziale conflitto tra l’autore ed il proprietario dell’edificio, in un’ottica di contemperamento dei diritti e di tutela sia delle opere sia della proprietà privata.

Tornando al caso di 5Pointz, il giudice, da una parte, ha riconosciuto il diritto del proprietario Wolkoff di disporre in pieno dell’edificio, dall’altra, ha riconosciuto il valore artistico delle opere ed  il diritto degli artisti di essere avvisati al fine di decidere se rimuovere le opere per portarle altrove. Ciò non era stato possibile in quanto nel novembre 2013 Wolkoff aveva cancellato le opere, che non erano più recuperabili, senza avvisare gli artisti, nei termini stabiliti dal Vara.

Con tale decisione la Corte ha confermato l’orientamento interpretativo secondo cui, in un’ottica di contemperamento dei diritti, gli autori possono tutelare l’integrità dell’opera rimuovendola dai muri, ma non possono lasciarla ed impedire al proprietario la demolizione o ristrutturazione dell’edificio.

Raffaella Pellegrino